DI PLACIDO SALAMONE & CALOGERO GALATI
Cefalù all’occhio del visitatore si presenta indubbiamente come un delizioso borgo bagnato da acque azzurre e sovrastato da una rocca: una perla della Sicilia. Facile da raggiungere e da amare perdutamente.
Grazie alle telecamere di Galatravel vi portiamo in giro per l’ antico quartire normanno e nel borgo di pescatori fino al molo vecchio dove lo scenario è ideale per passeggiate romantiche per poi proseguire verso una delle principali attrazioni di Cefalù, cioè il Duomo, noto anche come Basilica Cattedrale della Trasfigurazione: si tratta di un vero gioiello di architettura arabo-normanna, che non teme paragoni con altri famosi edifici come la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale. È una basilica a pianta a croce latina con tre navate, impreziosita da granito rosa ed elementi arabeggianti. All’esterno le due imponenti torri gemelle svettano nel cielo blu di Cefalù, mentre all’interno la figura del Cristo Pantocratore è l’elemento di spicco di un elaborato complesso di mosaici bizantini. La piazza del duomo è uno dei centri nevralgici della vita cittadina, affollata durante i mesi estivi di turisti ansiosi di poter fotografare la cattedrale dalla migliore angolazione e altri che si concedono un caffè in uno dei numerosi bar della piazza.
Non potete poi perdere la visita al Lavatoio Medievale, sul Fiume Cefalino, un corso d’acqua creato secondo la leggenda dalle lacrime di una ninfa, pentita di aver ucciso l’amante che l’aveva tradita.
Sono questi alcuni dei simboli attrattivi di questa rinomata località turistica, altri ne scopriremo in seguito.
Proseguendo il nostro viaggio giungiamo al Santuario Di Gibilmanna nell’omonima frazione e il Bastione di Capo Marchiafava, un baluardo di forma poligonale con la punta proiettata verso il mare risalente al XVII secolo che potete ammirare nel borgo storico.
Dedicato alla SS. Vergine, Patrona della Diocesi cefaludese, il Santuario di Gibilmanna ha una data di fondazione incerta; secondo una tradizione orale, non supportata da documenti scritti, Gibilmanna sarebbe uno dei sei monasteri fatti costruire in Sicilia da san Gregorio Magno (540-604) su territori in possesso della madre santa Silvia, prima di essere elevato alla cattedra di Pietro.
Con la conquista della Sicilia da parte dei Saraceni nel 878 anche il monastero benedettino di Gibilmanna fu abbandonato e distrutto, anche se la chiesa, custodita dalla popolazione dei dintorni e in seguito da eremiti, continuò ad essere luogo di pellegrinaggio e di preghiera.
Quando nella seconda metà del XI sec. i Saraceni furono definitivamente cacciati dalla Sicilia da Ruggero I, il Normanno, venne avviata una vasta restaurazione di chiese e monasteri. Nel 1145 Ruggero II ripristinò la sede vescovile di Cefalù e nel 1228 Arduino II, vescovo di Cefalù, istituì il priorato di Gibilmanna; i “Priori”si succedettero fino al 1535, anno in cui la chiesa fu ceduta al nascente Ordine dei Cappuccini. https://www.youtube.com/embed/eFcmucSi_iA?feature=oembed
Sulle rovine dell’antico monastero benedettino, i Cappuccini costruirono il primo nucleo di celle del loro convento; i lavori per la costruzione della nuova chiesa ebbero inizio nel 1619 e si potrassero per 5 anni. L’anno successivo, nel 1625, venne completata la cappella dedicata alla Madonna che nel 1785 venne arricchita dall’altare di stile barocco del palermitano Baldassarre Pampillonia, commissionato inizialmente per la cattedrale di Palermo (1684), su cui oggi è riposta la statua della Madonna del Gagini.
Nel 1907 il vecchio portico della chiesa fu sostituito da uno più ampio, in stile gotico, liberamente ispirato al Duomo di Cefalù; secondo l’eclettismo tipico del tempo,fu alzato su un doppio ordine di loggiati con due campanili a guglie piramidali. Il sagrato venne modificato nel 1927 su progetto e disegno dell’architetto Misuraca. Durante questi lavori fu innalzato il monumento di S.Francesco,opera dello scultore palermitano Francesco Garufi,in occasione del VII centenario della sua morte.
All’interno la chiesa,semplice e raccolta,presenta un originale impianto a croce latina capovolta per l’innesto lungo le navate delle due cappelle,della Madonna a destra e del Sacro Cuore a sinistra. Sull’altare maggiore un dipinto dell’Assunta, di autore ignoto, a sinistra dell’altare l’Ecce Homo dipinto da P. Sebastiano da Gratteri, utilizzando succhi d’erbe e fiori su ispirazione di una visione che egli ebbe durante la celebrazione della divina Eucaristia nel 1576, in un Venerdì di Quaresima, durante una delle sue frequenti estasi. Alle pareti delle navate dipinti devozionali raffiguranti S. Bonaventura, S. Michele,S. Francesco e Santi cappuccini.
Nella cappella della Madonna le opere più interessanti sono: l’affresco della Madonna con Bambino, probabilmente del sec. XIII, che fu trasferito nella della Madonna segando il muro della vecchia chiesetta Benedettina ed incastrandolo nella nuova parete; un antico Crocifisso in legno, manifattura siciliana risalente al XIV sec.; la statua raffigurante Maria SS.Regina del Paradiso, realizzata da Antonio Gagini, o dalla sua scuola.
Santo del Santuario: Maria Santissima di Gibilmanna
Da vedere: La Biblioteca, dedicata a ‘Fr. Gesualdo da Bronte”, custodisce manoscritti rari e preziosi risalenti che vanno dal XVI secolo al Novecento.
Il Museo della provincia cappuccina di Messina, dedicato a Fra Giammaria da Tusa (1584) espone una cospicua campionatura di dipinti, sculture, argenti, paramenti, arredi sacri di vario genere che provengono da diverse sedi conventuali testimoniando i vari aspetti di una cultura che comprende il rigore prescritto dalla spiritualità francescana ed episodiche aperture ad un più ricco e “mondano” senso decorativo.
Festività significative: 8 settembre, festa di Maria Santissima di Gibilmanna
Curiosità: La sentitissima devozione alla Madonna di Gibilmanna indusse il vescovo di Cefalù Don Gioacchino Castelli a incoronare solennemente la Vergine e il Bambino Gesù con le corone pervenute dal Vaticano il 15 agosto 1760. La partecipazione del popolo alla celebrazione fu grande e si narra che un muto e un cieco riacquistarono rispettivamente la parola e la vista.
Durante l’anno mariano 1954 la Vergine SS. di Gibilmanna fu portata in tutte le parrocchie della Diocesi. La dimostrazione di devozione da parte del popolo verso la Vergine SS. Fu tale sa suscitare il desiderio che Maria di Gibilmanna fosse proclamata Patrona principale della Diocesi di Cefalù.; con decreto del 3 dicembre del 1954 Maria di Gibilmanna venne eletta e dichiarata Celeste Patrona presso Dio di tutta la Diocesi di Cefalù, e principale Protettrice della città di Cefalù