di Placido Salamone
Sappiamo darci una motivazione per la bassa produzione annuale in olivicoltura nel nostro territorio? Di regola ad un elevata produzione nell’anno precedente, che in olivicoltura definiamo come un anno di carica si alterna un anno di scarica come quello attuale. L’alternanza di produzione nell’olivo, cioè la tendenza a produrre un raccolto abbondante in un anno e scarso nell’anno successivo, è un fenomeno che si presenta soprattutto negli oliveti abbandonati ma che può insediarsi e persistere anche in oliveti coltivati. L’alternanza di produzione può manifestarsi a diversi livelli di scala. Si passa da pochi alberi in un oliveto ad un intero comprensorio olivicolo, con effetti anche considerevoli sui dati produttivi di intere regioni. I fattori che innescano e perpetuano l’alternanza di produzione nell’olivo sono di due tipi: fattori esogeni ed endogeni. Tra i fattori esogeni troviamo le condizioni climatiche e gli interventi agronomici effettuati dall’uomo. Condizioni climatiche avverse, come ad esempio gelate tardive, eccessiva piovosità o condizioni di siccità durante il periodo di fioritura, possono danneggiare i fiori e ridurre notevolmente la mobilità del polline, comportando quindi una drastica riduzione della produzione dell’anno. D’altro canto, alcune pratiche colturali, quali l’irrigazione, la concimazione e la potatura, se condotte in maniera non appropriata, possono creare le condizioni favorevoli per l’innesco e il perpetuarsi dell’alternanza. I fattori endogeni che determinano l’alternanza di produzione nell’olivo sono invece riconducibili ai fenomeni di competizione idrico-nutrizionale e ai meccanismi ormonali implicati nell’induzione delle gemme a fiore durante le fasi di fioritura e primo sviluppo del frutto. In questo periodo, infatti, nell’olivo sono contemporaneamente in atto tre importanti processi: la fioritura/allegagione, lo sviluppo dei nuovi germogli e l’induzione delle gemme a fiore. La fioritura e i frutticini appena formati esercitano un forte richiamo per l’acqua e gli elementi nutritivi che, quindi, saranno disponibili in minor misura per gli altri processi. Questo comporta che in condizioni di abbondante fioritura e allegagione l’accrescimento vegetativo potrebbe risultare stentato, con conseguenze negative sulla produzione dell’anno successivo. Infatti, poichè il nuovo germoglio in accrescimento rappresenta la porzione di ramo che fruttificherà l’anno seguente, il suo ridotto allungamento implicherà una minore quantità di siti potenziali per la fruttificazione. L’altro fattore endogeno implicato nell’alternanza di produzione è legato ai meccanismi ormonali. È stato visto che i frutti in fase di sviluppo sembrano ridurre la fioritura attraverso un messaggio inibitorio rilasciato dal seme durante il periodo di induzione delle gemme a fiore. Quindi, la presenza di una abbondante fruttificazione sulla chioma comporterà una minore differenziazione delle gemme a frutto e, quindi, una minore produzione di olive nell’anno successivo.
Come accennato precedentemente, le tecniche colturali utilizzate possono incidere marcatamente sul fenomeno dell’alternanza. A tal proposito, è fondamentale che tutti gli interventi colturali vengano misurati e applicati in maniera tale da contenere il fenomeno. Infatti, operazioni colturali quali l’irrigazione, la concimazione e la potatura possono attenuare o accentuare l’alternanza in base alle modalità di esecuzione. Ad esempio, una corretta gestione dell’irrigazione durante il periodo di fioritura e primo sviluppo del frutto favorisce l’accrescimento della drupa e contemporaneamente supporta il corretto sviluppo del germoglio, anche in condizioni di bassa umidità nel suolo e/o elevata carica produttiva. Allo stesso modo, un adeguato apporto di elementi nutritivi è importante per non alterare l’equilibrio vegeto-produttivo dell’albero ed assicurare produzioni costanti nel tempo. A tal proposito è bene ricordare che dopo un’annata di carica le concimazioni azotate andrebbero limitate in quanto potrebbero indurre un eccessivo sviluppo vegetativo a scapito della produzione e, quindi, un ampliamento dell’alternanza. Infine, per quanto riguarda la potatura è stato visto che il fattore più importante risulta essere l’intensità dell’intervento. Prima di iniziare con la potatura è bene tener conto dei risultati produttivi dell’anno precedente. Dopo un’annata di bassa produzione è consigliabile effettuare una potatura più energica, magari effettuando anche i tagli “lasciati in sospeso” l’anno precedente, in modo da stimolare l’attività vegetativa che altrimenti verrebbe limitata dalla presenza di un elevato carico di frutti sulla chioma. Al contrario, dopo un’annata di carica è bene ridurre l’intensità della potatura effettuando solo i tagli “indispensabili”, in quanto una potatura severa potrebbe stimolare ulteriormente l’attività vegetativa a scapito della produzione dell’anno. Studi effettuati in alcuni Paesi mediterranei hanno mostrato una stretta correlazione tra la produzione annuale di polline e la resa in olive attraverso il campionamento nell’aria di granuli di polline di olivo in aree olivetate. La grande produzione di polline dell’olivo è una conseguenza dell’elevato numero di fiori presenti, soprattutto nelle annate di carica (elevata produzione di olive). L’olivo presenta una grande percentuale di fiori ermafroditi ma fisiologicamente maschili a causa della sterilità morfologica, nota come “aborto del pistillo”, dovuta a vari fattori (genetici, nutrizionali, ambientali, etc.). I fiori fisiologicamente maschili differiscono da quelli ermafroditi esclusivamente per la parziale o totale necrosi del pistillo mentre non sembrano esserci differenze per la produzione dei granuli pollinici, da parte delle antere, tra le due tipologie fiorali. Nonostante le migliaia di infiorescenze presenti sul singolo albero ed i milioni di granuli pollinici prodotti, l’allegagione nell’olivo è generalmente pari all’1-5%. La vitalità dei granuli pollinici può essere controllata mediante varie tecniche quali i coloranti citoplasmatici, le reazioni enzimatiche e la germinazione su substrati idonei. Studi per valutare la vitalità del polline di cultivar di olivo sono alquanto limitati, ed ancor più scarse sono le informazioni relative alla qualità del polline misurata con le diverse tecniche in annate di carica e scarica.