La Sicilia per il visitatore è una terra inesplorata. Forse può suonare strano ma esiste una Isola bellissima che solo un poco per volta possiamo spiegare e la Settimana Santa è uno di questi momenti ideali.
E’ difficile riassumere tutto questo e a maggior ragione spiegare le tante sfaccettature di queste ritualità dove il sacro si mescola spesso al profano come spesso avviene. Uno scrigno di sorprese che spesso colpisce al cuore: religiosità popolare, devozione sentita, atmosfera suggestiva e riti che affondano in tradizioni secolari si diffondono in tutte le province. Cortei di congregazioni e confraternite delle arti e dei mestieri nei loro caratteristici e antichi costumi, con passo cadenzato, con la banda che segue ritmi luttuosi o suoni di festa di resurrezione, seguono “scinnute” e “giunte” trasportando statue, teche, crocifissi, vare, fercoli, addobbi floreali, giganti di cartapesta, vassoi con strumenti di crocifissione, simboli religiosi di morte e “festa” e poi Pasqua è festa dolce anche in cucina. Fitta di sapori e tradizioni. Dalle cuddure all’aceddu cu l’ova, biscotti che abbracciano uova sode, dagli agnellini di zucchero e pasta reale, circondati da frutti, alla cassata, nato come dolce pasquale, uno dei simboli della cucina siciliana, dai palummeddi ai pani a forma di colomba
Interessate è il venerdì santo di Caltanissetta dove scalzi e in un silenzio commovente i Fogliamari d portano in processione il Cristo nero, “ladanti” di preziosi canti tradizionali che raccontano la vita di Cristo, scortati dalla Real Maestranza vestita a lutto. Nella città immobile, illuminata dalle candele, il rito si ripete e unisce culto, storia e la terra dei raccoglitori di erbe amare.
Emozioni che si ripetono dai misteri di Trapani e alle processioni degli incappucciati a Enna, dalla “Diavolata” di Adrano al ballo dei diavoli di Prizzi, con i loro mascheroni, ai Giudei di San Fratello. Senza dimenticare il fascino dei riti pasquali greco-albanesi a Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Santa Cristina, Mezzojuso e Palazzo Adriano.
Si annodano fasce di tela di lino bianche per “Lu Signuri di li fasci” a Pietraperzia, si preparano grandi archi di pane, e frutta, alloro, rosmarino, cereali, datteri, canne, a San Biagio Platani, gli “schetti” si sfidano a Terrasini. A Enna la processione del Venerdì Santo è l’apice delle celebrazione della Settimana santa: le quindici confraternite, la sacra immagine di Maria SS. Addolorata e l’urna con il Cristo Morto sono il fulcro della lunghissima processione per le vie della città. Riti che si ripetono da San Cataldo a Gangi, da Militello ad Adrano, da Caltagirone a Vizzini. E se oggi città e borghi si parano a lutto nella giornata più sentita della quaresima, domenica canti, “iunte”, incontri e abbracci si inseguono con bambini in veste di angioletti a celebrare la Resurrezione.