L’Eco della Valle


Acrobatic Pizza World premia il pizzaiolo Marco Nicolosi

Il mondo della pizza da sempre ha regalato una indiscussa poliedricità. Dai cultori della tradizione più ortodossa alle creazioni originalissime di giovani pizzaioli fino ad arrivare ad autentici show cooking dove il gusto incontra l’esaltazione scenica. No c’è quindi da meravigliarsi se fin dal lontano 1990 esiste in Italia l’associazione Acrobatic Pizza World.

Fondata inizialmente a Mazzara del Vallo dal dinamico e famoso Piero Asaro pluricampione del mondo di pizza “freestyle”, oggi è una realtà ben più complessa con sedi dislocate sia in Italia che all’Estero. Negli anni, Acrobatic Pizza World. ha sviluppato anche dei corsi, formando nuovi futuri pizzaioli e creando nuovi posti di lavoro per i giovani anche in Italia e all’estero. L’Associazione APW, ormai presente in diverse regioni d’Italia, continua a proporre corsi per pizzaioli allo scopo di divulgare la pizza italiana e siciliana nel mondo.

Tanti appuntamenti ed eventi in calendario e certamente uno di più importanti in Sicilia, a Mazzara del Vallo dove tradizionalmente a fine novembre si svolge una importante manifestazione che coinvolge numerosi addetti ai lavori provenienti da tutta l’Isola. Saltato a causa della pandemia lo scorso anno, quest’ anno ritorna l’appuntamento siciliano di Acrobatic Pizza World dove per l’occasione una giuria qualificata ha espresso il suo parere sulle creazioni di provetti pizzaioli siciliani.

Presente alla manifestazione anche il pizzaiolo alesino Marco Nicolosi, originario di Castel di Lucio (Me) e titolare del Ristorante pizzeria Onda Blu di Castel di Tusa, dove per l’occasione ha presentato la sua originalissima pizza con gamberetti, pistacchi, scorza di limone e pomodorino drago rosso. Un autentiche prelibatezza che gli è valso il riconoscimento di “PIZZA D’ AUTORE” ed il riconoscimento di Istruttore APW.

Un riconoscimento che certamente premia l’originalità e la professionalità di che chi fa  di un mestiere una arte

 

II “Piatto Ricco” di Giuseppe Calandra

L‘aspirante chef  amastratino vince  la puntata  della celeberrima trasmissione “Il Piatto Ricco” condotta da Alessandro Borghese

 

di Letizia Passarello

Con un piatto che già con il nome ripropone i colori e i sapori della Sicilia in generale e dei Nebrodi “U Cascavaddu n ‘to cuoppo”, l’aspirante chef Giuseppe Calandra, amastratino doc, ha vinto la puntata del 23 Settembre 2021 della celeberrima trasmissione “Piatto Ricco”, su TV8, condotta dal noto chef Alessandro Borghese, per l’occasione affiancato dal collega Gennaro Esposito.
Il giovane Calandra  titolare del frachising Casaleni Natural Bio (punto vendita Ludisio) di via Vittorio Emanuele 77 a Santo Stefano di Camastra e  consulente gastronomico della nota Azienda  leaders nel settore enogastronomico, di cui è coordinatore e proprietario l’imprenditore Placido Salamone, ha nella prima fase della selezione, letteralmente preso per la gola i giurati, coinvolgendoli in un crescendo di gusto, che ha unito il salato deciso del caciocavallo mistrettese, con l’agrodolce della cipolla di Giarratana, che sosteneva “n’to cuoppo”, il mitico formaggio fuso. Un crescendo, dunque, perchè in questo connubio, non poteva mancare il re della cucina meridionale: il pomodoro. Sullo strato di cipolla, fritta fino a diventare croccante, infatti, la provola fusa, è stato spalmata su un letto di crema di pomodoro. Ed ecco il piatto, ricco nella sua semplicità, anche perchè realizzato con ingredienti freschissimi e reperibili a km zero.


Lo scettro, vero e proprio, però, Calandra, lo ha ottenuto, cucinando ad hoc, la mitica carbonara, piatto della cucina romana, scelto, stavolta, non dai concorrenti, ma dagli autori della trasmissione. L’uso del guanciale è stato fondamentale a convincere i giudici, che hanno visto le doti del giovane chef, consacrandolo ad una promettente carriera.

 

Il Trattato Teorico Pratico di Agricoltura e Pastorizia

Rivive dopo 150 anni il celebre trattato teorico pratico del Sac. Gaetano Salamone rivisitato in chiave moderna dal Dr. Benedetto Salamone di Casaleni

Considerato da molti studiosi come una delle  più pregevoli opere sulle pratiche agronomiche in Sicilia nella seconda metà del XIX° sec. il Trattato teorico pratico d’ agricoltura e pastorizia si colloca ne in preciso contesto storico a cavallo tra due Regni, quello borbonico e quello del neonato Stato italiano che per la prima volta affrontava l’annosa e complessa questione agraria e le assai gravi condizioni della classe contadina siciliana, le cui condizioni all’indomani dell’ unificazione erano notevolmente peggiorate. Sebbene la questione agraria non trovo ancora uno sbocco e il problema rimase isoluto ancora per molto tempo nel 1866 con Regio Decreto 3452 del 23 dicembre il nuovo governo italiano ordinava l’istituzione in ogni capoluogo di circondario di “Comizi agrari” al fine di presentare al Governo le innovazioni di ordine generale e locale che si consideravano in grado di migliorare le sorti dell’agricoltura, raccogliere per esso le notizie che fossero richieste nell’interesse dell’agricoltura, fare opera di informazione tra i contadini per diffondere le coltivazioni migliori, i metodi più adatti alla coltivazione, gli strumenti più moderni e perfezionati, promuovendo esposizioni e concorsi di macchine e strumenti agricoli, infine controllare che fossero rispettate le norme di igiene sanitaria.

Nel Comizio Agrario di Mistretta sorto per interessamento dell’ Avv. Gaetano Giordano venne eletto a presiedere l’ avv. don Filafelfio Russo che mostrò da subito una encomiabile vitalità.  L’impegno prioritario del Comizio, come scrivere il sacerdote Salamone era “ rendere utile ai nostri contadini e pastori, onde muoverli a migliorare lo stato abiettissimo di nostra agricoltura” ma senza accorgersene lasciò tramite i manuali di agricoltura un contributo non indifferente alle scienze agrarie in tutte le sue branche e agli studi etno-atropologici di questo vasto comprensorio. Le informazioni che da essi si possono attingere oltre che avere in parte un utilità reale ancora oggi, costituisco un patrimonio di informazioni inestimabile sulle consuetudini agricole e silvo-pastorali del territorio nebroideo. Del resto anche se non riporta nel testo disegni ed illustrazioni il sacerdote da erudito scrive e parla di agricoltura e di zootecnia con parole molto semplici, descrivendo tutto quello che vede ed osserva nelle campagne. I lavori preparatori dell’ opera durati due anni vennero pubblicati dal Rev. Salamone in due volumi a distanza di pochi anni; in particolare, la prima parte del lavoro, composta da circa 180 pagine, venne data alle stampe nel 1870, presso la locale tipografia comunale, col titolo “Manuale teorico-pratico di Agricoltura,”; mantre la seconda parte intitolata Trattato teorico pratico d’ agricoltura e patorizia composto di circa 270 pagine, fu pubblicato per la prima volta nel 1872, suddiviso in dodici trattati composti a loro volta in  paragrafi.

Oggi finalmente ritorna alle stampe dopo un lungo lavoro di revisione ed aggiornamento. La finalità odierna di una ristampa come spiega il Dr. Salamone curatore dell’ opera, è duplice, riscoprire antiche pratiche agronomiche andate in disuso che oggi definiremmo ecosostenibili colmando tramite note aggiuntive tutte le lacune cognitive sulla scienza agraria che il sacerdote data l’epoca in cui visse non poteva possedere, quindi aggiornare e rendere le opere di uso pratico oltre che di valore storico-scientifico. Secondo dare un nuovo impulso agli studi agronomici in aree geograficamente svantaggiate offrendo spunti interessanti per gli agricoltori siciliani e nebroidei nello specifico.

Chi desidera acquistare il Trattato Teorico Pratico d’ agricoltura e pastorizia più clikare:

https://www.lampidistampa.it/sac-gaetano-salamone/trattato-teorico-pratico-degli-animali-domestici/6488.html?fbclid=IwAR1IWy1dNCK1yT9uDtJeerLGsKTE50T-8F2c4iRA_NW0KHJGfXnsjt7CSNU